Mi sono avvicinata al termine neurodiversità qualche mese fa quando, a seguito di un percorso psicologico con Liz, è stata avanzata una diagnosi di DOP, Disturbo Oppositivo Provocatorio.
In breve, DOP è un disturbo neuropsichiatrico caratterizzato da difficoltà nel controllo delle emozioni e del comportamento. Si manifesta attraverso rabbia, irritabilità, comportamenti vendicativi ed oppositivi, spesso frequenti ed intensi.
DOP rientra in tutte quelle sindromi definite neurodivergenti.
Celebrare la neurodiversità
Viviamo in un mondo che cerca costantemente di renderci tutti uguali e conformi gli uni con gli altri. Celebrare la neurodiversità è un passo fondamentale verso l’accettazione e promozione dell’inclusione di ogni individuo.
Infatti, la neurodiversità riconosce che esiste un ampio spettro di differenze neurologiche e ne sottolinea il valore, piuttosto che cercare di adattare ogni persona ad un unico modello.
Cos’è la neurodiversità
Nel 1998, l’australiana Judy Singer, sociologa e attivista per i diritti delle persone autistiche, coniò il termine neurodiversità come sinonimo di biodiversità neurologica.
Il termine vuole riconoscere che le differenze neurologiche, come l’autismo, l’ADHD, la dislessia, il DOP, e molte altre sindromi, sono variazioni naturali del cervello umano, e non disturbi da correggere o curare.
Abbracciare la neurodiversità significa perciò accettare e rispettare queste differenze, considerandole una parte preziosa dell’essere umano e della società.
La forza della diversità
Accettare e celebrare la neurodiversità promuove l’inclusione, a vantaggio di tutta la società, creando un mondo più empatico ed inclusivo.
Le persone neurodiverse sperimentano, interagiscono ed interpretano il mondo in un modo unico, e spesso in maniera molto diversa da persone neurotipiche.
A volte questo può creare sfide, ma può anche portare alla risoluzione in maniera creativa ed unica di problemi, e alla formulazione di nuove idee e teorie, che andranno a beneficio di tutti.
Bambini e neurodiversità
È fondamentale che noi genitori ed educatori incoraggiamo i bambini neurodiversi ad abbracciare la propria unicità, così da aumentare la loro autostima e fiducia in se stessi, in particolare durante il periodo della crescita che può rivelarsi complicato e tumultuoso.
Possiamo promuovere conversazioni aperte e sincere, creare spazi sicuri per fare domande, o parlarci delle loro incertezze, e favorire le conversazioni e gli scambi di idee con i compagni ed amici.
Per aumentare la loro autostima, possiamo provare a condividere i loro hobby, lasciandoci trasportare dalle loro grandi passioni.
Infine, per promuovere un clima di accettazione e collaborazione, possiamo condividere con la classe le loro vaste conoscenze e attenzione ai dettagli.
La mia esperienza
Vorrei poter dire diversamente, ma a volte gestire Liz sembra essere quasi impossibile. Alcune giornate sembrano essere una serie interminabile di capricci, urla e prepotenze. A volte è difficile non farmi trasportare dal turbinio del suo comportamento, e ci sono giornate che mi lasciano senza energia fisica o emotiva.
In questi momenti, mi ritengo fortunata ad avere mio marito Diego su cui appoggiarmi e al quale chiedere aiuto. Posso così prendere una pausa, e dedicarmi a me stessa per qualche minuto, a volte anche mezza giornata, e cercare di ristabilire un mio equilibrio interiore. Posso poi tornare da Liz con nuove energie ed una mente fresca, ed essere quindi in grado di aiutarla a gestire meglio le sue giornate.
Ogni percorso è diverso, ma il nostro ruolo di genitori ed educatori non cambia. Dovremo tutti armarci di pazienza e solidarietà, ed offrire un supporto costante mentre i bambini imparano a navigare il mondo.
Ma soprattutto, dovremo diventare i più accaniti sostenitori dei nostri figli, i loro più grandi fan, e i più accaniti avvocati della loro bellezza ed unicità.
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