Ci sono numerosi studi che parlano dell’utilità o meno di assegnare compiti da svolgere a casa dopo l’orario scolastico, e ci sono molte linee di pensiero contrastanti.
Io sono contraria ai compiti, fermamente contraria. Penso che dovrebbero essere aboliti, in favore del gioco, della socialità, della lettura e, perché no, della noia.
Mio figlio Ben è in quarta elementare, passa 8 ore a scuola ogni giorno, ed una volta a casa ha sempre un’ora abbondante di compiti da svolgere per il giorno seguente.
È come se, dopo una lunga giornata di lavoro, venisse richiesto al lavoratore di fare un’ora extra gratuita, solo per essere certi che abbia acquisito le competenze necessarie per svolgere il proprio lavoro il giorno successivo. Se voi foste quel lavoratore, lo trovereste giusto?
Ben rientra a casa da scuola mentalmete stanco, con il cervello ormai incapace di concentrarsi. Ha voglia di giocare, guardare la TV, raccontarmi di quello che è successo in classe, fare merenda e distendersi ozioso sul divano.
Ed invece, più di una volta, mi sono ritrovata a litigare con lui per convincerlo a fare i compiti, ad impegnarsi, e trovare chissà dove la concentrazione necessaria a studiare. Così, presa dalla rabbia e dalla frustrazione, scrivo lunghe email alle maestre lamentandomi per la mole di compiti, assegnati spesso da un giorno all’altro, e prendendo le difese di mio figlio quando mi dice che non ha la forza per svolgerli.
Durante le vacanze vuole, giustamente, solo giocare, divertirsi e incontrarsi con gli amici. I compiti diventano quindi un momento di stress, che compromettono poi il sereno ritorno a scuola.
La scuola rappresenta un aspetto cruciale della vita di un bambino, è il luogo dove trascorrono la maggior parte delle loro giornate, dove acquisiscono molte delle nozioni e competenze fondamentali per il loro sviluppo sociale, didattico ed emotivo.
Sebbene la scuola sia una parte importante della vita di un bambino, è altrettanto importante che si prendano una pausa dalla loro istruzione, che abbiano occasione di svagarsi e di dedicarsi a tutte quelle attività che non vengono svolte in classe, ma in linea con la loro età.
Il dibattito compiti è sempre molto acceso in ambito educativo, ed anche al MIUR (Ministero dell’Istruzione e del Merito) nel 2020 era stato fatto pervenire il decalogo “Regola compiti” scritto e presentato da Maurizio Parodi, dirigente scolastico e pedagogista, che, attraverso 10 punti fondamentali, voleva regolamentare l’assegnazione dei compiti a casa, salvaguardando “il diritto al riposo e al tempo libero, a dedicarsi al gioco e ad attività ricreative proprie della sua età…”, e non sovraccaricare inutilmente gli studenti.
Tuttavia questo decalogo non è stato preso in considerazione, e ad oggi in Italia non esiste una norma ufficiale del Ministero dell’Istruzione che regoli l’assegnazione dei compiti a casa, attività che è invece lasciata alla completa discrezione degli insegnanti.
Paesi come la Finlandia, il Giappone, la Svezia, e la Polonia hanno abolito i compiti a casa, ed i risultati mostrano che i bambini, non solo continuano ad ottenere buoni risultati accademici, ma anche a godere di una migliore qualità della vita.
Nel 2014 è stata realizzata una classifica da “The Economist Intelligence Unit” nel settore dell’educazione. Questo studio ha valutato criteri quali la qualità dell’insegnamento, l’accessibilità alla scuola e le risorse disponibili, e ha fornito una panoramica dettagliata sulle migliori pratiche educative a livello globale, evidenziando i punti di forza e le opportunità di miglioramento nei diversi sistemi scolastici.
Secondo questa classifica, la Finlandia, ad esempio, si posiziona ai vertici, mentre l’Italia si classifica al terzultimo posto (dati OCSE).
Nel 2015 Michael Moore (regista, sceneggiatore, produttore cinematografico, autore televisivo statunitense, vincitore dell’Oscar al miglior documentario con Bowling a Columbine e della Palma d’oro al Festival di Cannes con Fahrenheit 9/11) intervistò, insieme ad altre figure politiche, Krista Kiuru, ministro dell’istruzione finlandese, in un documentario intitolato Where to Invade Next. In questo video Moore interroga Kiuru sulle tecniche educative finlandesi e chiede quali sono le strategie adottate per posizionarsi ai vertici delle classifiche mondiali. La risposta del ministro dell’istruzione finlandese è semplice e chiara: l’eliminazione dei compiti a casa.
Trovo ironico che la Finlandia, che ha abolito i compiti a casa, abbia uno tra i migliori sistemi educativi al mondo, mentre l’Italia, che assegna più del doppio dei compiti rispetto alle scuole di altre nazioni europee, rimane in fondo alla classifica, fornendo l’educazione peggiore d’Europa, battuta solo da Grecia e Portogallo.
Diciamo STOP ai compiti
Direi che è giunto il momento di dire basta alla montagna di compiti a casa, e se vi può essere utile per spiegare alle vostre maestre il perchè, potete usare l’acronimo S.T.O.P, come ho fatto di seguito:
Petizione Basta Compiti
Se anche voi come me pensate che i compiti siano da abolire, vi invito a leggere la petizione BASTA COMPITI! lanciata da Maurizio Parodi, a sottoscriverla, e a condividerla con tutte le persone che conoscete.
S: stress per i bambini
Secondo molte ricerche, i compiti assegnati ai bambini, in particolare a quelli più piccoli che frequentano la scuola primaria, portano ad alti livelli di stress assolutamente evitabile. Infatti, i bambini potrebbero diventare ansiosi perché preoccupati di non riuscire a finire i compiti assegnati, oppure per paura di completarli in maniera incorretta. L’apprendimento dovrebbe essere svolto in classe, mentre a casa i bambini dovrebbero potersi rigenerare mentalmente per affrontare al meglio la successiva giornata a scuola.
T: tempo per lo svago
I bambini hanno bisogno di tempo per riposarsi e distogliere la mente dal lavoro scolastico. Dopo tutte le attività svolte a scuola, i bambini tornano a casa stanchi. Hanno trascorso giornate ad impegnarsi nell’apprendimento non solo di nuove nozioni, ma anche di regole sociali e comportamentali. Bombardarli di compiti non sarà in alcun modo efficace, perché non saranno nella condizione psico-fisiche per impegnarsi in lavoro extra. Dopo la scuola, i bambini dovrebbero avere tempo di giocare, esplorare il mondo e sviluppare le proprie passioni al di fuori dell’ambiente scolastico. Eliminare i compiti a casa permetterebbe loro di trascorrere più tempo con la famiglia, di dedicarsi ad hobby e interessi personali, promuovendo una crescita armoniosa e felice.
O: orientamento alla creatività
Invece di migliorare i risultati scolastici, un carico pesante di compiti a casa può influire negativamente sul rendimento scolastico dei bambini, che potrebbero sentirsi sopraffatti, oppressi e privati del tempo necessario per riposare e dedicarsi ad altre attività extracurriculari. Questo squilibrio può portare ad una diminuzione della motivazione, della creatività e dei risultati scolastici. È importante favorire un approccio educativo che incoraggi la partecipazione attiva e lo sviluppo delle competenze critiche e creative dei bambini. Abolire i compiti potrebbe essere il primo passo per creare un ambiente scolastico più equo e stimolante per tutti gli studenti. Il tempo libero svolge un ruolo importante nel promuovere la creatività e lo sviluppo emotivo, fattori importanti per il successo a lungo termine quanto l’istruzione stessa.
P: parità
Per gli insegnanti è difficile giudicare il valore dei compiti svolti a casa. Questo perché spesso i genitori si sostituiscono ai bambini nello svolgere i compiti. Inoltre, l’assegnazione di compiti a casa, crea disuguaglianze all’interno della classe perché non tutti i genitori sono in grado o hanno tempo per aiutare i propri figli, creando quindi un divario sociale. Basti pensare a genitori che lavorano a tempo pieno, oppure genitori per i quali l’italiano non è la prima lingua, oppure ancora famiglie con genitori che non hanno una preparazione accademica: questi bambini potrebbero non raggiungere risultati soddisfacenti nella compilazione dei compiti a casa, e quindi fomentare bullismo e divario con i compagni.
Credo che in Italia sia arrivato il momento di aggiornare il sistema educativo ormai obsoleto, e portare un’ondata di innovazione e cambiamento positivo.
Vogliamo crescere bambini felici, armoniosi, istruiti, ma anche liberi di godere di quegli attimi di gioco e svago classici della loro età, senza l’assillo ed il peso dei compiti a casa.
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